19. New York, 1994
Questa volta la versione scritta non volevo nemmeno pubblicarla.
Sarebbe stata o troppo lunga o troppo breve, c’è tutto nella versione audio e a quel punto non avrei aggiunto nulla a quanto già espresso di là, anche perché questo è fino ad ora l’episodio più lungo a livello di tempo di Unsupervised. Però c’erano cose che dovevano essere prese in considerazione e per una volta non ho voluto dividerle in due parti separate. Abuso del tuo tempo, è vero, ma so anche che puoi ascoltare a pezzetti magari fermandoti quando parte la musica per riprendere più tardi.
Mi sembrava di essere come quelli che pubblicano lo stesso contenuto su social diversi e ancora non hanno compreso che così facendo risultano soltanto ridondanti.
Lascio qui, quasi come una distrazione questo post preso dall’account instagram di
a.k.a Zio Mookie:Ne approfitto anche per un altro paio di cose. Sfrutto l’occasione per lasciarti qui qualche disco, che poi sono più o meno quelli che costruiscono la colonna sonora di questo episodio 19, come traccia da cui partire per andare un po’ più in profondità nell’hip hop del 1994 e di tutto quello che è stato. Un anno importantissimo, anche per quelli che non sono diventati NAS o Notorious B.I.G. ( o JAY-Z, ovviamente, ma JAY-Z qui sotto c’è) e che non necessariamente sono di New York.
La prossima volta ci spostiamo a 41 ore di auto da qui.
In questo tuffo nell’hip hop “anni ‘90” non può mancare da parte mia una segnalazione che potrebbe tornarti utile se stai approfondendo il tema dell’hip hop. Da qualche tempo (dal 2019 per essere precisi e con una costanza invidiabile) un gruppo di appassionati delle parti di Berlino hanno iniziato a ristampare un po’ di dischi old school che non sono finiti nella bolla del mainstream. Il loro lavoro è quello di chi rispetta la cultura e si struttura intanto nella collaborazione diretta con gli artisti, nella selezione personalissima del repertorio da ri pubblicare, nella realizzazione sì in vinile con un’operazione di remaster degna di questo nome, una veste grafica che va a recuperare l’originale e - soprattutto - nella distribuzione a vantaggio di tutti sui servizi di streaming togliendo spesso quelle versioni bootleg irricevibili di alcuni di questi titoli. E già solo per questo a me stanno particolarmente simpatici.
L’elenco è in continuo aggiornamento, loro pubblicano a velocità supersoniche perché lavorano con grande anticipo sulle date di uscita, non usano la tecnica oggi molto in voga di annunciare prenotazioni per dischi che poi vedrai arrivare a casa dopo mesi (il che è un problema perché nel caso di 90s tapes le quantità stampate sono sempre minime, non sono mai previste ristampe e si esauriscono nel giro di un paio d’ore dall’annuncio, ma fortunatamente sui servizi di streaming si recupera tutto ed è questa la cosa più importante oggi come oggi) e lo puoi trovare qui o su bandcamp.
Per farti un’idea del repertorio (che non include per scelta nulla che sia relativo al gangsta rap) c’è una playlist su Spotify che rende bene l’idea.
Unsupervised si sta pian piano avvicinando alle sue “pagine” finali.
Ora, non accadrà domani, ci sono ancora molte cose da snocciolare e ci sono almeno ancora otto giovedì nei quali ci sentiremo qui e in audio. Gli ultimi due saranno la chiusura, il tentativo di fare il punto della situazione.
E da lì vedremo da che parte infilarci, magari in futuro.
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