Di Jay-Z se ne dicono sempre di tutti i colori e i social sono una miniera d’oro per scoprire tutto quello che genera questo “parlare di Jay-Z”. Spesso, appunto come nella solita poltiglia dei social, a casaccio, decontestualizzando o peggio ancora usando (brutte) frasi ad effetto per raccogliere qualche commento che “fa salire l’engagement della pagina”.
Fortunatamente non tutti usano il brand Jay-Z per scopi bassissimi: c’è anche chi, in Italia, di hip hop ne parli con buonsenso e soprattutto dopo essersi posto qualche domanda come ad esempio il team di 4thpotere:
Ne approfitto, in questo ciclo non voluto ma dovuto di episodi monografici. Per andare dalle parti di Marcy Houses a Brooklyn e ripartire da lì.
Prendendo spunto dalla storia di Shawn Carter e di quello che lui stesso ha poi chiaramente espresso in una delle sue tracce più recenti tirando per la giacchetta i media tutti quanti (sì lo so che parlare dei tuttologi, degli influencer e degli auto proclamati guru divulgatori sui social è un insulto a chiunque dotato di almeno un neurone funzionante) quelli che ebbero a che dire, fatturare e imbrattare su O.J. Simspon. E si torna a bomba sul razzismo sistemico. Ma di questo ne abbiamo parlato un sacco di volte per tanto ritengo inutile tornarci sopra adesso. Lo farò la prossima volta tirando in ballo una delle storie più brutte delle due Americhe (anche se oramai devo convergere verso il pluralismo di Americhe come suggerisce il commento alle elezioni americane steso da Mookie.
Visto che nell’episodio si parla un sacco di casa e del senso di casa nell’Hip Hop, nella versione audio c’è un riferimento particolare che è inserito in questa clip:
Nel 2022 Jay-Z insieme a Jack Dorsey, allora CEO di Twitter, fonda un’accademia per poter fornire alle nuove generazioni di Marcy Houses le basi pratiche al fine di ottenere l’indipendenza finanziaria acquisita legalmente attraverso il lavoro.
Il senso e il concetto di “casa” nell’ Hip Hop è sempre stato presente quale nucleo dell’affermazione dell’identità della comunità afro americana in termini di rappresentazione. La città, il quartiere e la casa come in una scoperta del particolare partendo dal contesto globale, questo tipo di importanza è raccolto attraverso alcune delle storie di rapper dal New York Times in ‘Home Is Where The Heart Of Hip Hop Is” pubblicato il 7 Dicembre 2023 dal New York Times.
Faccio riferimento a questo articolo.
In sostanza, se non hai tempo da dedicare alla versione audio, ecco quello che - grosso modo, in breve - dico di là:
Il "Marcy Houses Day" fu istituito dal sindaco Michael Bloomberg il 19 gennaio 2009 per celebrare il complesso di case popolari Marcy Houses a Brooklyn, noto per la sua lunga storia di povertà e criminalità.
Da qui proviene Jay-Z, nato nel 1969 e cresciuto in un ambiente difficile, che lo portò a essere coinvolto nella violenza e nello spaccio prima di costruire il suo futuro nella musica.
Nel 1995 produsse il suo primo album, Reasonable Doubt, considerato uno dei migliori dischi rap di tutti i tempi, lanciando una carriera che ha portato Jay-Z a diventare un'icona culturale e uno degli afroamericani più ricchi d'America.
Oltre alla musica, Jay-Z ha costruito un impero imprenditoriale, dal marchio d'abbigliamento alle partnership con Reebok e Hewlett Packard, fino alla creazione di Tidal, una piattaforma di streaming.
Nel 2022, in collaborazione con Jack Dorsey, ha fondato un'accademia per promuovere l'indipendenza finanziaria per i giovani di Marcy, integrando programmi di educazione sulle criptovalute e premi di incentivazione.
Il successo di Jay-Z va oltre la musica; il suo impatto si estende anche alla politica culturale. È in discussione la proposta di dedicargli un "Jay-Z Day" come riconoscimento dei suoi contributi alla comunità, sollevando un dibattito sulla fusione tra celebrità e politica e sui rischi che derivano dal dare più importanza alla fama che ai principi di integrità e competenza politica.
Artisticamente, Jay-Z è anche noto per la sua maturità: con l’album 4:44, pubblicato nel 2017, si è rivolto a temi come la fedeltà, la famiglia, e il razzismo sistemico, riflettendo sull'importanza di un'eredità culturale e personale.
In particolare, il brano The Story of O.J. critica gli stereotipi razziali e le pressioni che la società impone alle persone di colore di "allontanarsi" dalla loro cultura per ottenere successo, un messaggio che Jay-Z utilizza per sensibilizzare la sua comunità sulle sfide dell’essere neri in America.
Riporto qui una citazione, di Jay-Z:
Poiché non abbiamo mai avuto niente, come persone di colore tendiamo a separarci dalla nostra cultura avendo raggiunto un certo successo, ed è comprensibile. Quando OJ dice “I’m not black I’m OJ” è come un Tiger Woods che può sentirsi al di sopra e distante dalla sua cultura, ma quella persona che è protetta e ammirata quando gioca bene e riga dritto è la stessa che dopo viene distrutta pubblicamente. Ti mangiano e poi ti risputano. (…) ‘The Story Of O.J.’ è una canzone che parla della cultura, di avere un piano e di come lo sviluppiamo. Tutti noi guadagniamo soldi, soprattutto come artisti. Ma il punto è come – quando hai qualche tipo di successo – lo trasformi in qualcosa di più grande
Il resto, per quello che riguarda sia me che tu che stai leggendo, sono chiacchiere da social e le lasciamo volentieri agli assetati dell’algoritmo.
PS: sono uscite le nomination dei Grammy. Nel 2025 è un riconoscimento che ha ancora senso? Ecco, di questo sarebbe interessante discutere. O forse no.
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