25. Buffalo
Questa volta la versione audio è dedicata in particolare a due donne, due regine delle barre. Una è Raposdy e l’altra è Che Noir, che appunto arriva da Buffalo.
Che Noir, cresciuta tra le ombre di una città sofferente, trasformandole in rime potenti che raccontano il dolore, il riscatto e la resilienza. Cresciuta a Buffalo dove la rivoluzione passa anche da Griselda Records.
L’ascesa di Griselda Records e la rinascita di Buffalo come centro hip-hop non sono fenomeni isolati, ma riflettono dinamiche più ampie del contesto socio-culturale americano, dove i temi della marginalizzazione, dell’identità culturale e della resilienza economica giocano un ruolo cruciale. Per comprendere il successo di questo collettivo, è fondamentale analizzare le condizioni sociali che hanno plasmato non solo Buffalo, ma anche la musica e la narrazione lirica che caratterizza il gruppo.
Buffalo è stata per decenni uno degli emblemi del declino industriale americano. Situata nella cosiddetta Rust Belt, una regione un tempo prospera grazie a industrie come quella siderurgica e manifatturiera, la città ha subito un drastico ridimensionamento economico a partire dagli anni ’70. La chiusura delle fabbriche e la delocalizzazione dei lavori hanno provocato un calo demografico, un aumento della disoccupazione e un incremento della povertà urbana.
Questa crisi economica ha avuto un impatto diretto sulle comunità afroamericane di Buffalo, molte delle quali già segregate a causa delle politiche abitative discriminatorie e delle disparità nei servizi pubblici. I quartieri a maggioranza nera hanno visto un aumento della criminalità e una riduzione delle opportunità, condizioni che si riflettono nei testi di Griselda. Canzoni come quelle di Benny the Butcher e Conway the Machine raccontano le realtà di strada, l’economia sommersa e il desiderio di superare le difficoltà attraverso la musica e l’imprenditorialità.
La poetica di Griselda si inserisce nella tradizione dell’hip-hop come voce delle comunità emarginate. Negli anni ’80 e ’90, gruppi come N.W.A. a Los Angeles e Wu-Tang Clan a New York hanno utilizzato il rap per raccontare storie di oppressione e lotta contro il sistema. Allo stesso modo, Griselda rappresenta la prospettiva di una città dimenticata, portando alla ribalta le esperienze di chi vive ai margini della società americana.
Buffalo, con la sua geografia post-industriale e il suo isolamento culturale, ha fornito a Griselda un terreno fertile per sviluppare un’estetica unica. L’hip-hop prodotto da Westside Gunn e soci non insegue le mode, ma si concentra sulla cruda realtà della vita quotidiana. Questa autenticità ha attirato un pubblico di nicchia, in cerca di musica che riecheggi le radici più genuine del genere.
Il successo di Griselda coincide con un periodo di rinnovata attenzione verso le questioni di giustizia razziale negli Stati Uniti. Movimenti come Black Lives Matter hanno riportato in primo piano i problemi legati alla brutalità della polizia, alla disuguaglianza economica e alla discriminazione sistemica. Sebbene Griselda non si presenti come un collettivo apertamente politico, le storie che racconta offrono un ritratto delle difficoltà affrontate dalle comunità nere in America.
La musica di Griselda non glorifica la violenza o il crimine, ma li presenta come parte di un contesto più ampio, in cui le opportunità legittime sono spesso negate a intere generazioni. Questo approccio ha reso il loro lavoro un commentario sociale, capace di connettersi con chi ha vissuto esperienze simili, non solo a Buffalo ma in altre città della Rust Belt e oltre.
Oltre alla musica, Griselda ha contribuito a una rinascita culturale ed economica per Buffalo. Il collettivo ha creato un microcosmo dove arte, moda e imprenditorialità si intrecciano. Ad esempio, Westside Gunn ha lanciato una linea di abbigliamento che si ispira all'estetica del rap degli anni ’90, trasformando Buffalo in un nuovo epicentro per la cultura underground americana.
Questo modello di autosufficienza e reinvestimento nella comunità è emblematico del potenziale trasformativo della cultura hip-hop. In un'America ancora segnata da profonde disuguaglianze economiche e razziali, Buffalo e Griselda dimostrano come l'arte possa fungere da strumento di riscatto personale e collettivo.
Il percorso di Griselda Records e la trasformazione di Buffalo da città dimenticata a punto di riferimento culturale riflettono le tensioni e le opportunità dell’America contemporanea. In un contesto di disuguaglianze strutturali e rinascite locali, il collettivo rappresenta non solo la resilienza della città, ma anche la capacità dell’hip-hop di adattarsi e prosperare in ambienti complessi.
Il nome "Griselda" ha un'origine interessante e molteplici associazioni, ma nel contesto di Griselda Records, si ritiene che il riferimento principale sia a Griselda Blanco, una famigerata narcotrafficante colombiana nota anche come "La Madrina" o "Black Widow". È stata una figura di spicco nel traffico di droga tra Colombia e Stati Uniti durante gli anni '70 e '80.
Griselda Blanco nacque nel 1943 a Cartagena, in Colombia, e crebbe in condizioni di estrema povertà. Si trasferì a Medellín e successivamente negli Stati Uniti, dove giocò un ruolo cruciale nella costruzione dei primi network di contrabbando di cocaina durante l’era del cartello di Medellín. Fu una delle prime figure a introdurre la cocaina nel mercato statunitense, contribuendo a far esplodere la crisi della droga negli anni ’80.
Blanco è ricordata per la sua brutalità e il controllo spietato che esercitava sui suoi affari. Si dice fosse responsabile di centinaia di omicidi, tra cui quelli di molti rivali nel mondo del narcotraffico. Il suo personaggio è stato immortalato in diverse produzioni cinematografiche e televisive (vedi qui sotto la proposta di Netflix). Venne arrestata nel 1985 e scontò diversi anni di carcere negli Stati Uniti prima di essere deportata in Colombia, dove fu assassinata nel 2012 .
Il collettivo Griselda Records, guidato da Westside Gunn, Conway the Machine, e Benny the Butcher, ha scelto il nome come omaggio simbolico alla forza, alla strategia e alla spietatezza attribuite a Griselda Blanco. Questo riflette il loro approccio artistico e imprenditoriale, caratterizzato da un’immagine dura, una narrazione autentica e un atteggiamento non convenzionale che si distacca dalle tendenze mainstream dell’hip-hop.
Lo scrivo qui.
I prossimi due appuntamenti con Unsupervised saranno quelli in cui si tirano le fila del discorso. Per questa conclusione in due parti ho usato un approccio diverso: ho registrato completamente a braccio e poi come fa Mackaya McCraven ho composto il testo in un secondo tempo con il taglia e cuci. Sentendomi un sacco hip hop.
Spero il viaggio sia stato interessante anche per te, ma ci tenevo a chiederti l’ultimo sforzo: Unsupervised è nato anche con l’intento di una discussione sull’hip hop e sull’America. Tirando le fila mi sono reso conto di aver assemblato un bel po’ di opinioni che potrebbero essere definite (come va di moda adesso) very unpopular. Mi piacerebbe discuterne e chiacchierarne.
Giovedì prossimo ci saranno le versioni audio e in qualche modo cercherò di sintetizzarle anche qui, ma per il menu completo - come è sempre stato - continuo a suggerire di partire dalla versione su Mixcloud.
Io, qui a Buffalo, faccio capolinea. Scendo, verso da bere e allaccio i fili che ho lasciato in giro per questi venticinque episodi. Incompleti, imperfetti, ma privi di supervisione.
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